"i Sarti" (li Sart), a cui avrebbero lasciato il loro nome. Ancora troviamo Gioanni, figlio di Bonadeo di Mondrone (filio bonadei de mondreono) che comprano beni da un curardo de Ielà di Ala per lire 14 viennesi (1331); e poi via via un Droeto caldera, o caudrea o cauderia; Pietro e Giacomo delle Combette (combetis); gli eredi di Pietro petrat (1370); un Gioaneto de momdreono (1354), che crediamo lo stesso chiamato poco dopo Gioaneto droeto de mondreono; un Giacobino de momdreono che ha questioni di proprietà con Pietro luschat (1357); poi il primo dei Colomba con Gioanni Columba e Antonio Columba(1354-57; 1357-58); Nicoleto e Miceleto de mont draone con la moglie di quest'ultimo Agnexia(1360-61), e il figlio Pietro(1380-85); Michele de columba, fratello del suddetto Antonio (1380); Molioreto "codre'" (codreto), che secondo noi è lo stesso che ha lasciato il suo nome ai casali ancora oggi chiamati li Codre (1380); Giacomo Columba, un Corrado di Ala forse stabilito a Mondrone, una Margherita drueta, un Giacobino "delli Michela"(michealis) che forse è il Giacobino de mondreono detto prima, e forse un'Antonio Marchisio.
Ecco gli abitanti di Mondrone elencati nelle carte del 300dello scriba di Lanzo.
 
DOV'ERA L'ANTICO PAESE?
 
Tutte le memorie dei vecchi lo concordano nel dire che in remoti tempi Mondrone non stava nel sito attuale, ma sul pendio che sale verso i Granmont, nei prati che oggi ancora -dopo tanti secoli- sono chiamati li Borell.
Si sa quanto è tenace la tradizione orale dei nostri paesi: cose accadute ieri sono facilmente dimenticate, mentre cose avvenute un millennio fa sono ancora vagamente trasmesse di padre in figlio.
D'altra parte, a provare la verità della suddetta tradizione, sono le secolari pietraie che ancora si vedono ai "Borelli", e che fino a pochi anni fa conservavano traccia evidenti di antiche abitazioni.
Quell'antico borgo, del tipo delle grange di pastori, poteva avere -secondo calcoli da noi fatti- da sette a nove casette, e non di più.
Ma nel corso del Duecento, o al più tardi al principio del Trecento si dovettero costruire anche alcune case sul sito dell'attuale paese. Forse lassù ai Borelli incominciava a difettare l'acqua; certo mancava la comodità di Airali per battere la segala e di stagni (goi) per macerare la canapa.
Occorreva scendere più sotto, ove il terreno era più pianeggiante e più vasti prati s'aprivano ormai in mezzo alle fitte selve.
Noi crediamo di poter stabilire con una certa precisione il tempo in cui si formò l'attuale paese, con le due frazioni dei Colomba e dei Codera, separate dal torrente delle Combette (Rio Cevrè, NdC). Il paese cioè sorse almeno nella prima metà del 300; e ne troviamo la prova in quel Droeto caldera o caudrea ch'è accennato nei conti della Castellania negli anni 1342 e 1343; nonché in quei due fratelli Stefano e Giurardo cauderie scritto latinamente al genitivo, e

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